Pensi alle notti magiche dei mondiali del 2006 e il ricordo va inevitabilmente a "Seven Nation Army". Quel 'po-poropo-popo-pò' diventato la colonna sonora della vittoria dell'Italia in Germania. Ma il tormentone dei White Stripes difficilmente si potrà riascoltare live. Il duo di Detroit, infatti, ha comunicato di essersi sciolto. «La scelta non è legata a differenze artistiche o alla mancanza di voglia di andare avanti e nemmeno per motivi di salute - si legge in una nota del loro sito ufficiale - ma semplicemente per preservare ciò che della band è bellissimo e speciale e che così deve restare». I White Stripes, formatisi nel 1997, hanno pubblicato nel 1999 il loro primo album omonimo. L'anno della definitiva consacrazione per Jack e Meg White, però, è il 2003 quando il duo esce nei negozi con il loro capolavoro: "Elephant". Il disco raggiunge subito il successo grazie all'uscita del primo singolo, vero e proprio inno per i White Stripes, "Seven Nation Army". La canzone spopola in tutto il pianeta, vince un Grammy Award nella categoria Best Rock, e fa vendere all'album ben 5.000.000 di copie. Elephant invece vincerà il Grammy come Best Alternative Music Album, e sarà inserito dalla rivista Rolling Stone, al 390esimo posto tra i 500 migliori album della storia. Jack White verrà inserito al 17esimo posto nella classifica dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi. I White Stripes non saranno certo ricordati solo per il loro tormentone. La band americana ha provato, in maniera originale, a rimettere il rock al centro della scena in un periodo in cui il rock, come suono, come immagine, come impatto, non riusciva ad avere un ruolo. Lo hanno fatto innovando, a partire dalla formazione, solo chitarra e basso, che soprattutto dal vivo offriva la possibilità, del tutto nuova nel rock, di giocare con i vuoti del suono piuttosto che con i pieni. E lo hanno fatto recuperando la tradizione, quella chitarristica e quella del suono duro e distorto degli anni Settanta. Hanno fatto scuola rendendo essenziale il loro suono, pulito da tutti gli orpelli, liberandolo dalla "necessità" dell'elettronica. Rimangono un sacco di ricordi e di album, oltre a tutto un insieme di materiale sia live che studio che ancora attende pubblicazione e del quale si occuperà Jack con la sua Third Man Records.
ERNESTO MUGIONE per InchiostrOnline
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