martedì 15 febbraio 2011

IL CACACAZZO/ L'igienista dentale si concede alla Cnn. Nicole Minetti: "Niente Bunga Bunga, solo barzellette"

A lei “non frega nulla”, o almeno così dice, in una lapidaria intervista telefonica al telegiornale di Mentana. E’ sempre lei, la nostra amata Ruby Rubacuori, che dopo essere entrata nelle grazie di Alfonso Luigi Marra, non ne vuole più sapere di Papi. La marocchina, denudata nell'ormai celebre spot da un uomo in maschera che ricorda Marzio l’amante di Sailor Moon, è ora parte lesa nel processo che coinvolge Silvietto. Poche parole escono anche dalla bocca della consigliera regionale della Lombardia Nicole Minetti, che decide di non rispondere alle domande dei giornalisti italiani. Però dalla Cnn non si fa corteggiare troppo: vuole mostrare a tutto il mondo che Silvietto ha ragione, lei è madrelingua. E Gad ci resterà di sicuro male, mica si aspettava che la giovane rifattona sfoggiasse il tipico accento british senza scomporsi e che soprattutto non lo dimostrasse all’Infedele.
 “Le feste di Berlusconi sono diverse da come le descrive la stampa. Racconta storie personali, barzellette”, spiega Nicole (video). Insomma niente Bunga Bunga anzi, per dirla alla Minetti in inglese, “nothing of lurid anyway”. Intanto Berlusconi ha deciso di farsi una viaggetto nella Procura di Milano. Tanto si tratta di un rito breve, e poi tutti a festeggiare a Tor Crescenza da Mariarosaria Rossi, la presunta organizzatrice di hot party a Roma.
Sono previsti durante il tragitto quattro itinerari nello stesso palazzo di giustizia: il  28 febbraio il processo di Mediaset a braccetto con l’amico Fedele Confalonieri. Il 5 marzo quello di Mediatrade con il figlioletto Piersilvio sul banco degli imputati. E l’11 quello Mills. Il 6, invece, dovrà rispondere alle accuse di concussione e di sfruttamento della prostituzione.
Ad aspettarlo, questa volta, ci saranno tre donne in toga pronte a soddisfare qualsiasi suo fabbisogno. E si sentirà a casa: una delle dolci donzelle ha avuto forti legami con il caro amichetto Cesare Previti, ma la storia non è andata a buon fine: ha deciso di condannarlo.

IL CACACAZZO

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