
Dal Nordafrica al Medio Oriente il caos si sposta nelle piazze di Bahrein, dove c’è un forte malcontento da parte della maggioranza sciita, il 70% della popolazione, nei confronti della dinastia sunnita al potere. Secondo l’Ansa sono due i manifestanti sciiti morti oggi negli scontri con la polizia e i feriti sarebbero almeno 14. Il primo è deceduto dopo essere rimasto ferito ieri nelle dimostrazioni nel piccolo stato del Golfo Persico. Il secondo è stato colpito dalle forze dell’ordine davanti a un ospedale nel centro della capitale Manama. Intanto, nello Yemen, studenti universitari, che manifestano da 4 giorni, stanno marciando verso il palazzo presidenziale della capitale Sanaa chiedendo le dimissioni del presidente Ali Abdallah Saleh.
Riporta il Guardian: “’Al Cairo e a Teheran i dittatori devono andare via’, urlano i manifestanti dello Yemen, che protestano per la fine del regime autoritario. Ieri durante la manifestazione Sane Jaleh, 26 anni, studente dell’Università delle Arti di Teheran è stato ucciso dalle forze dell’ordine”.
Il regime iraniano continua a incolpare l’opposizione per la violenza di ieri. I membri del parlamento chiedono la pena di morte per i leader dell’opposizione, Mehdi Karroubi e Hossein Mousavi che sono agli arresti domiciliari da prima della protesta, secondo quanto riporta la Reuters: “Sono corrotti e devono essere giustiziati”.
Numerose le critiche da parte del governo al segretario di Stato americano, Hilary Clinton, che ieri su Twitter aveva spinto i manifestanti a liberarsi dall’ipocrisia dei politici. Il filogovernativo Ali Larijani ha accusato gli Stati Uniti ei loro alleati di fornire un supporto per l'opposizione.
Oggi ha avuto luogo a Teheran il funerale di Sane Jaleh. Durante il corteo funebre questa mattina alcune persone si sono scontrate con una pattuglia della polizia. Le forze dell’ordine hanno usato gas e lacrimogeni per fermare le proteste.
FRANCESCA SACCENTI
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