domenica 13 febbraio 2011

In piazza senza ritocchi e trucco. Le donne affollano le piazze contro il bunga bunga

 Incredibile, ma vero, sentite gente, il popolo rosa si risveglia, scende in piazza, si trascina dietro secoli di storia e di lotta per i propri diritti. Tra polemiche e dichiarazioni di sostegno, una sciarpa bianca come simbolo, le donne affollano le piazze e le pagine di giornali e tv straniere. 


Ieri era la battaglia per votare, entrare nel mondo del lavoro,  avere diritto all’aborto, uscire da una vita passata a fare le desperate housewives, senza potersi lamentare. Oggi è la rivoluzione contro il Bunga, Bunga, le mille Ruby, e chi ne ha più ne metta. Per molti, infatti, è l’ennesima occasione per rendere protagonista sempre lui, il capo di governo più chiacchierato della storia italiana per le sue abitudini sessuali. Per altri è il risveglio epocale, dopo anni in cui la lotta femminista sembrava essersi spenta tra gli anni Ottanta e Novanta. Un momento storico, che serve a smuovere le coscienze. L’Italia "dove si ottiene tutto per una strusciatina di babydoll al potente di turno, e al diavolo la gavetta e la bravura, quella vera". Ecco allora che quegli striscioni cominciano ad avere un significato, che non è solo quello di “essere una donna, non una Santanchè”. Il messaggio, te lo urlano in faccia. “Ci siamo anche noi, quelle imperfette, quelle che arrivano a tarda sera con il trucco sfatto, quelle che sul posto di lavoro lottano il doppio per dimostrare di essere in gamba, quelle che il ritocco non se lo possono permettere, ma permettono al tempo di lasciare i segni perché una ruga in più”. Stavolta a essere messe da parte dovranno essere “le mantenute di via della Orgettina, le Minetti che arrivano dappertutto e le nipoti e pronipoti di Mubarak”. La marcia in nome delle donne non sfugge a critiche pesanti perché si sa, in Italia tutto si riduce alla politica. Il resto è semplicemente un contorno. “Una manifestazione di donne brave contro donne cattive,  di eroine snob della sinistra – recitano a turno il ministro Maria Stella Gelmini e il sottosegretario Daniela Santanchè – che strumentalizzano la donna per colpire il premier. “Una manifestazione di donne punto e basta” - rispondono le altre. Anche perché lo si dovrà pur ricostruire questo paese, e “se non è ora” vorrà dire che lo si farà “quando” scoppierà il prossimo scandalo.
LA FEMMINISTA

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