Li chiamano “bianchi d’Africa”, come se fossero una rarità. In parte è vero, perché gli albini nel Continente Nero rappresentano un caso sorprendente. Sono africani al cento per cento, eppure hanno la pelle bianchissima, i capelli biondi, gli occhi chiari. Non possono stare troppo al sole, perché rischiano scottature pericolose e danni alla vista che è già molto debole. Peccato che il fatto stesso di essere una rarità sia motivo di discriminazione e rappresenti la loro condanna a morte in alcuni Stati africani. Gli albini, infatti, sono vittime di atroci mutilazioni, pratica molto diffusa in Tanzania. Secondo gli stregoni, personaggi che hanno una grande influenza sulla popolazione, sono “esseri” che portano fortuna. I loro organi, infatti, servono a preparare pozioni magiche per avere amore, ricchezza e potere.
Sarà questo il tema del reportage dei fratelli Sandro e Carlo Maddalena, due freelance, il primo fotografo, il secondo scrittore. Il prossimo primo marzo partiranno alla volta di Dar Es Salaam, capitale della Tanzania, per documentare le condizioni di vita di persone, costrette a vivere nel terrore. «In Africa l’albinismo non è soltanto una malattia genetica – racconta Sandro Maddalena, fotografo napoletano, in procinto di partire alla volta della Tanzania per documentare il fenomeno –, ma rappresenta il motivo che ha portato all’uccisione di esseri umani e a un vero e proprio mercato nero del “portafortuna”, dove la merce sono parti del corpo».
In un rapporto di Amnesty International si parla di almeno venti persone uccise solo nel 2009, più di cinquanta se si aggiungono quelle del 2008. E parliamo della sola Tanzania, più precisamente di tre regioni: Mwanza, Shinyanga e Mara, dove la concentrazione di albini è più forte. Braccia, gambe e genitali, sono le parti del corpo più richieste. Non vengono risparmiati neanche i bambini, costretti a vivere, secondo fonti ufficiali, in rifugi isolati o scuole per non vedenti, sotto la protezione del governo tanzaniano. Il Parlamento Europeo, insieme al capo di Stato della Tanzania, Jakaya Kikwete, ha condannato i crimini contro gli albini. Un primo passo, anche se non è abbastanza. La giornalista tanzanese Vicky Ntetema è stata una delle prime a denunciare i fatti, dichiarando anche il coinvolgimento di poliziotti nel rapimento e nelle uccisioni di albini. Per questo è stata costretta a vivere in clandestinità.
Non è la prima volta che Sandro e Carlo partono. “Facciamo questo come freelance, prima di partire prendiamo sempre contatti sicuri in ogni posto dove andiamo per farci guidare e poi via, senza pensarci troppo”. Nel 2009 erano in Egitto, nella capitale, per documentare le condizioni di lavoro nella “città della spazzatura”, un luogo chiamato “Srib”, dove confluiscono i rifiuti di tutto Il Cairo. “Assistere a uomini che maneggiavano immondizia di ogni tipo senza mascherine o protezioni mi ha fatto pensare che ciò che avviene da noi, anche se si tratta di emergenza, non è paragonabile”.
LUDOVICA CRISCITIELLO
LUDOVICA CRISCITIELLO
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