“E’ giusto festeggiare l’Unità d’Italia”. Sone le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all'indomani della decisione del Consiglio dei ministri di stabilire il 17 marzo festa nazionale, per celebrare il 150esimo compleanno dell’Unità d’Italia. Scende in campo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, spiegando che i festeggiamenti per un giorno così importante della storia italiana sono necessari.
Di diverso point de vue, il leader del Carroccio Umberto Umberto Bossi e i ministri Roberto Calderoli, e Roberto Maroni. "Fosse per me, abolirei anche il primo maggio. Si celebra lavorando, altro che scampagnate", afferma Calderoli in una intervista a La Stampa, riportata dall’Agenzia di stampa Agi. "I patti erano chiari - spiega -. Quando fu approvata la legge dei 150 anni, avevamo avvertito: diamo via libera, ma a condizione che la festa non abbia effetti civili.
Quel giorno non si doveva stare a casa dal lavoro. Dove sta scritto che per celebrare una ricorrenza bisogna fare vacanza?" Una scelta che non condivide il ministro, dopo che la situazione lavorativa sembra aver avuto una piccola accelerata. E una festa nel bel mezzo della settimana protrebbe provocare di sicuro un ponte di massa. “Fosse stato di sabato o di lunedi', ancora ancora. Cosi' invece qualcuno se ne approfitterà”. Il premier Berlusconi, invece, si distacca da quest’idea e spiega: “ Credo valga la pena festeggiare".
Quel giorno non si doveva stare a casa dal lavoro. Dove sta scritto che per celebrare una ricorrenza bisogna fare vacanza?" Una scelta che non condivide il ministro, dopo che la situazione lavorativa sembra aver avuto una piccola accelerata. E una festa nel bel mezzo della settimana protrebbe provocare di sicuro un ponte di massa. “Fosse stato di sabato o di lunedi', ancora ancora. Cosi' invece qualcuno se ne approfitterà”. Il premier Berlusconi, invece, si distacca da quest’idea e spiega: “ Credo valga la pena festeggiare".
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